Olio di CBD, l'aiuto naturale
Da anni ormai la ricerca scientifica studia i meccanismi di interazione tra i cannabinoidi - i principi attivi della pianta di canapa - e il nostro corpo. Molteplici studi si sono concentrati sul perché la cannabis sembra essere la panacea per numerosi problemi, capendone i meccanismi biologici.
Il CBD esercita la propria azione tramite molti meccanismi diversi: in generale aiuta al bilanciamento del sistema endocannabinoide, che può essere sbilanciato da stimoli come il dolore o altre motivazioni. Il CBD quindi agisce a livello sistemico su tutto l’organismo, e l’intensità con cui agisce è determinata dalla qualità del principio attivo e dalla nostra capacità personale di recepirlo.
È per questo motivo che il cannabidiolo (CBD) viene sempre più utilizzato dalle persone per le sue molteplici proprietà terapeutiche. Migliaia di studi in tutto il mondo hanno poi verificato che non esistono effetti collaterali derivati dall’utilizzo di CBD. A seguire troverete alcuni campi di applicazione.
CBD e dolore cronico
Alcuni studi hanno evidenziato come il cannabidiolo sia in grado di influire sui processi chimici caratteristici dell'endocannadinoide chiamato anandamide, una delle molecole neuro-modulatrici associate anche alla percezione del dolore. Altri studi riportano che il CBD é in grado di attivare i recettori coinvolti con la trasmissione e la cronicizzazione del dolore. Il cannabidiolo è risultato infine essere promettente per il trattamento di due particolari tipi di dolore cronico: quello neuropatico e quello dovuto all'infiammazione.
CBD e dolore neuropatico
Il meccanismo d’azione dei cannabinoidi è stato studiato nel contesto di varie
patologie e condizioni che portano a una condizione di dolore cronico di
natura neuropatica, come nel caso della nevralgia trigeminale o dei cicli di
chemioterapia. Gli studi fin ora condotti hanno dimostrato l’ottima efficacia del
cannabidiolo nell’intervenire sul dolore neuropatico. Mentre altri principi attivi
della cannabis vengono già impiegati in ambito oncologico per la loro efficacia
nell’attenuare la nausea, il cannabidiolo, nello specifico, si è rivelato
promettente nei confronti del dolore neuropatico periferico provocato
dai farmaci chemioterapici.
Il CBD, inoltre, riduce quelle complicazioni spesso associate al dolore cronico
come ansia e depressione. Secondo alcuni studi il CBD, attraverso la
sua interazione con i recettori del sistema serotoninergico, riduce queste
comorbidità e aiuta il paziente ad affrontare la sua condizione.
CBD e dolore infiammatorio
Il cannabidiolo viene impiegato anche per il trattamento del dolore provocato
da un’infiammazione. Vari studi scientifici hanno indagato l’efficacia del
cannabidiolo su molte condizioni infiammatorie, come nel caso dell’artrosi.
È dimostrato che l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danni
gravi e riduce l’infiammazione. Il CBD potrebbe essere una valida opzione per
il trattamento di diverse situazioni contraddistinte da dolore infiammatorio.
Uno studio pubblicato sulle pagine dello European Journal of Pain ha
dimostrato che il CBD applicato sulla pelle può aiutare a ridurre il dolore e
l'infiammazione dovuta all'artrite.
La ricerca scientifica sul rapporto CBD e dolore ha fatto passi da gigante negli
ultimi anni; così come vengono sempre più studiati i molteplici impieghi che si
possono fare della pianta di cannabis nell’ambito della salute umana e animale.
C’è ancora molta strada da percorrere ma, ad oggi, il cannabidiolo può
considerarsi a tutti gli effetti un valido alleato per alleviare la sofferenza
provocata da una condizione di dolore cronico. Sempre più medici, infatti, ne
suggeriscono l’utilizzo in parallelo con altre terapie per accompagnare la
quotidianità di tutte quelle persone che si trovano costrette a convivere con il
dolore.
CBD e ansia
"Una singola dose di CBD può ridurre e migliorare l'ansia scaturita
dall'SPST (simulation public speaking test - test di simulazione di
conversazione pubblica) in pazienti affetti da disturbo d'ansia sociale”
L’ansia e lo stress sono sensazioni molti comuni e altrettanto generiche. Uno
stato d’ansia può avere molteplici manifestazioni e cause, e si manifesta in
maniera diversa in ogni persona. Nel 2015 è stata pubblicata sulla rivista
Neuroterapeuthics la revisione degli studi condotti fino a quel momento volti a
verificare i potenziali effetti del CBD nel trattare uno stato d’ansia. I risultati
sono molto incoraggianti. La revisione ha preso in esame 49 studi preclinici,
clinici ed epidemiologici; e ha incluso anche le ricerche fatte con tecniche di
neuroimmagine (le tecnologie che permettono di studiare il metabolismo
cerebrale).
Dalla revisione, curata da Esther M. Blessing, Maria M. Steenkamp, Jorge
Manzanares e Charles R. Marmar della New York School of Medicine, è emerso
che gli studi preclinici hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel ridurre l’ansia
provocata da molti disturbi come, ad esempio, il disturbo da stress post-
traumatico, quello d’ansia generalizzata, quello ossessivo-compulsivo e molti
altri.
È del 2018, invece, lo studio degli scienziati dell’Università di
Washington, pubblicato sul Journal of Affective Disorders, che ha preso in
considerazione un campione di persone decisamente consistente – più di 1.400
volontari e volontarie – per indagare l’efficacia dei prodotti a base di cannabis
nei confronti di ansia e stress.
Dalle 12.000 risposte pervenute agli autori dello studio, è risultato che più della
metà (il 58%) percepiva una netta riduzione dell’ansia. In particolare, la
cannabis con alto contenuto di CBD e basso di THC è stata indicata come la più
efficace per trattare ansia e depressione.
CBD e disturbi del sonno
Il CBD contenuto nelle piante di canapa ha la comprovata capacità di ridurre
uno stato d’ansia. Le evidenze scientifiche in questo campo hanno fatto sì che
la ricerca si interessasse anche alle possibilità di utilizzare il cannabidiolo per
migliorare la qualità del sonno e combattere l'insonnia. Negli ultimi anni è
emerso, tra le tante cose, come il CBD sia d’aiuto nel ridurre i disturbi della
fase REM del sonno in quelle persone affette dalla malattia di Parkinson, e che
spesso si manifestano in azioni fisiche durante il sonno, ponendo l’individuo a
numerosi rischi per la propria incolumità. Risultati come questo hanno spinto
il mondo dei ricercatori ad approfondire sempre di più le indagini sul ruolo
che può giocare la cannabis mentre dormiamo.
CBD e sonno
La revisione di tutte le ricerche preliminari sulla cannabis e l'insonnia
suggeriscono che il cannabidiolo (CBD) può avere un potenziale terapeutico per
il trattamento dell'insonnia. Il delta-9 tetraidrocannabinolo (THC), invece, può
sì ridurre la latenza del sonno, ma potrebbe compromettere la qualità del
sonno a lungo termine.
Il CBD si è dimostrato più che promettente per intervenire sui disturbi del
sonno e, se assunto a basse dosi, sull'eccessiva sonnolenza diurna. La ricerca
sulla cannabis e sul sonno, pur essendo ancora nelle sue fasi iniziali, ha dato
risultati positivi. Ulteriori ricerche controllate e longitudinali sono
fondamentali per migliorare la nostra comprensione della ricerca e delle
implicazioni cliniche.
CBD ansia e sonno
I pazienti con disturbo da stress post traumatico spesso lamentano disturbi del
sonno, come l'insonnia o varie anomalie durante la fase REM. Il cannabidiolo
(CBD), riduce il sonno fisiologico non-REM (NREM) e il sonno REM.
Considerando che la progressione uno stato d’ansia è causata, in generale, da
uno stress persistente per un periodo di tempo, alcuni ricercatori della Taiwan
National University hanno voluto verificare se il cannabidiolo si sarebbe
dimostrato efficace nel mitigare i disturbi del sonno provocati dall’ansia.
L’equipe di ricerca ha sottoposto alcuni topi a varie procedure standard per
poi somministrare loro CBD. I ricercatori hanno subito notato come l’ansia in
generale fosse diminuita (confermando i già numerosi risultati in questa
direzione). Inoltre, come era stato intuito, il CBD ha efficacemente bloccato lo
stato d’ansia che interveniva durante la fase REM del sonno, permettendo ai
topi lunghi riposi ristoratori.
La cannabis si sta dimostrando ogni giorno di più una utile alleata per
migliorare la qualità del nostro riposo. L’importante, come sempre, è
consumare prodotti di qualità e certificati.
CBD e epilessia
“Il cannabidiolo si sta dimostrando efficace in pazienti farmacoresistenti per
alcune forme più gravi di epilessia, con una riduzione della frequenza delle
crisi di quasi la metà.”
"In futuro in Italia potrebbe diventare un'alternativa di cura per decine di
migliaia di persone", afferma Marilena Vecchi, neuroepilettologa del
Dipartimento della Salute della donna e del bambino dell'azienda ospedaliera
di Padova, responsabile del Centro di riferimento nazionale Lice per la diagnosi
e cura dell'epilessia infantile.
Il CBD si presenta come un potenziale farmaco nella categoria degli
antiepilettici, già nel febbraio del 2016 uno studio condotto da un team di
scienziati israeliani mostrava le potenzialità del cannabidiolo. La ricerca è stata
condotta su 74 adolescenti affetti da una forma grave di epilessia, per circa tre
mesi.
Il caso simbolo che ha posto al centro dell’attenzione il tema epilessia – CBD è
quello di Charlotte, una bambina di 3 anni affetta da 600 crisi epilettiche al
giorno.
Gli effetti del CBD su Charlotte furono immediati tanto da ridurre
drasticamente le crisi epilettiche. Ciò ha portato ovviamente uno straordinario
aumento della qualità della vita di Charlotte e della sua famiglia.
L’auspicio è che la Ricerca e lo Studio sull’efficacia del CBD in questo tipo di
malattie prosegua in maniera consistente per aiutare i bambini affetti dalla
Sindrome di Dravet.
Altri effetti del CBD a livello terapeutico
Migliora i sintomi della schizofrenia
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che il CBD produce effetti
antipsicotici e potrebbe avere un profilo d’azione simile a quello di altri
farmaci antipsicotici. Tuttavia non si conosce ancora nel profondo il
meccanismo con cui il CBD svolge questa azione.
Protegge dalle malattie neurodegenerative
Diversi studi hanno dimostrato che il CBD è in grado di inibire la
formazione delle classiche “placche” tipiche della malattia di Alzheimer e
riduce la morte delle cellule cerebrali.
Allevia la nausea
La cannabis è stata usata per secoli come antinausea e antiemetico.
Uno studio sui ratti del 2012 pubblicato nel British Journal of Pharmacology
ha scoperto che i vantaggi del CBD includono effetti antinausea ed effetti
antiemetici.
Riduce l'incidenza del diabete
Una ricerca del 2006 ha rilevato che il trattamento con CBD ha ridotto
significativamente l’incidenza del diabete in topi diabetici non obesi, da
un’incidenza del 86% in topi non trattati ad un’incidenza del 30% nei topi
trattati con CBD. Anche in questo caso, però, si stanno cercando ulteriori
conferme.
Promuove la salute cardiovascolare
Uno Studio datato 2013 e pubblicata dal British Journal of Clinical
Pharmacology riporta che il CBD protegge dai danni vascolari causati da un
elevato livello di glucosio, da infiammazioni o da diabete di tipo 2.
Trattamento della sclerosi multipla
Molteplici studi hanno dimostrato come la combinazione CBD - THC, è
efficace e ben tollerata nel trattamento della contrazione muscolare, del
dolore, dei disturbi del sonno e dell’incontinenza urinaria nelle persone con
sclerosi multipla.
Artrite reumatoide
A causa del suo effetto antinfiammatorio, i cannabinoidi possono fornire
sollievo dal dolore alle articolazioni e dal gonfiore, e diminuire la
distruzione congiunta e la progressione della malattia. E’ dimostrato che
l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danno gravi, diminuisce
la progressione, migliora il movimento, la qualità del sonno e riduce
l’infiammazione in sole 5 settimane.
Aiuta contro l'acne e la psoriasi
Molti studi hanno dimostrato che il cannabidiolo abbia una grande efficacia
e benefici per la nostra pelle, un elemento che ha fatto sì che venisse sempre
più utilizzato in ambito cosmetico.
Riduce la depressione
Secondo i ricercatori, il CBD ha un’efficacia simile a quella degli
antidepressivi. Uno studio ha scoperto che gli effetti antidepressivi del
cannabidiolo sono veloci, continui nel tempo e paragonabili a un comune
farmaco antidepressivo.